Battaglione Zignago

a cura di Maria Cristina Mirabello

Premessa: fino alla formazione del Comando Unico
Il Battaglione “Zignago” appartiene alla Colonna “Giustizia e Libertà”, che si forma precocemente nello Spezzino, avendo in principio i suoi punti di forza a Torpiana di Zignago e nel Calicese.

Quando a fine luglio 1944 viene a compimento il processo di aggregazione delle formazioni patriottiche combattenti attraverso la creazione della Ia divisione Liguria e si costituisce un Comando Unico, la neonata Divisione Liguria comprende la Brigata “Centocroci”, la Brigata Garibaldi “M. Vanni” (già Battaglione “Signanini”), la Brigata Garibaldi “A. Gramsci” e il Battaglione “Picelli”.

Della I Divisione viene a far parte anche la Brigata d’Assalto Lunigiana che ha da poco assunto la denominazione di Brigata o Colonna “Giustizia e Libertà” (comandata da Vero Del Carpio), qualificandosi come formazione che si richiama al Partito d’Azione e al Movimento G.L., sebbene nessun giellista entri nel Comando di Divisione.

Fra luglio e agosto, la Brigata G.L. si allarga a dismisura e, nell’imminenza del rastrellamento del 3 agosto 1944, sul monte Picchiara si trovano fra 500 e 600 partigiani G.L. La colonna, divisa in sei compagnie, si disloca in vaste porzioni del territorio della IV Zona: a Monte Lama (nel Rossanese) sta la compagnia comandata da Ermanno Gindoli.

Il Battaglione “Zignago” dall’agosto 1944 al 25 aprile 1945
Dopo il drammatico rastrellamento del 3 agosto 1944 e le successive risistemazioni, la Colonna GL risulta stare a Zignago, Rocchetta V. e Calice al Cornoviglio e il 26 ottobre 1944, Vero Del Carpio, Comandante della Colonna (che ammonta a 650 elementi), sanziona la nuova organizzazione di essa in due Battaglioni (“Val di Vara” e “Zignago”) e nelle sei compagnie che di fatto esistono già[1].

Il Battaglione “Zignago” è affidato a Ermanno Gindoli (Commissario politico è Giovanni Ceragioli[2]). La quarta Compagnia[3] è comandata da Ezio III°, la quinta da Conti e la sesta da Antonio Celle “Tonino I°” che funge da vice-comandante del Battaglione il quale comprende anche il servizio di Polizia di Pieve di Zignago, il Servizio al campo di lancio del Picchiara e il servizio di avvistamento di Rocchetta. Nel corso dei mesi successivi il Battaglione Zignago si trasferisce poi da Monte Lama (Rossano di Zeri) a Debbio di Zignago.

In occasione del drammatico rastrellamento del 20 gennaio 1945 il Battaglione “Zignago”[4] risulta schierato[5] con la IV Compagnia a Serò, Brugnato, Cassana, con la V Compagnia a Torpiana, con incarico relativo al campo di lancio del Picchiara, e con la VI a Montelama presso il Comando di Battaglione: delle tre compagnie, solo una, la VI, dopo avere combattuto, verso la sera del 20, riesce a «sfilarsi», non vista, dalla zona rastrellata.

Invece la IV Compagnia, comandata da Giovanni Pagani, con plotoni a Brugnato, Serò e Cassana, che ha sopportato attacchi violenti e continuati per tutta la giornata del 20, partecipando di pomeriggio alla strenua difesa di Serò, in parte si disperde verso sud al di là delle maglie nemiche (Campazzi e zona intorno a Brugnato) ma in parte, trovando ormai occupate dai nemici le vie in quota, cerca di occultarsi in dirupi e anfratti, sul Picchiara e sul Dragnone.

Su quest’ultimo vengono catturati, ormai privi di munizioni, il Comandante partigiano Giovanni Pagani, insieme agli ufficiali partigiani Ezio Grandis e Giuseppe Da Pozzo, con altri 6 compagni, fra cui Vittorio Brosini, più tre civili. La resa, trattata per salvare i civili, ottiene questo scopo. Vengono fucilati, però, in tempi diversi sei partigiani. Stessa sorte tocca ad un altro gruppo di 12 uomini, fra cui il padre e i gemelli Perini, della V Compagnia, sorpresi e circondati vicino ad Adelano.

Dopo il rastrellamento del 20 gennaio, poiché il Battaglione “Zignago” ha subito pesantissime perdite, si pone la necessità di una ristrutturazione. In tale frangente la quarta Compagnia prende il nome di Giovanni Pagani, già comandante di essa, la quinta Compagnia quello di Rinaldo Biaggiotti caduto nel giugno 1944 a Sesta Godano e la sesta Compagnia quello di Domenico Mellone, perito a Veppo il 22 gennaio 1945[6].

Non ci sono però solo cambiamenti di nome: è così che Amelio Guerrieri con i suoi uomini della terza Compagnia, facente parte del Battaglione “Val di Vara”, lascia il 26 febbraio 1945 la postazione del Beverone (e quindi il “Val di Vara”), trasferendosi sul Battaglione “Zignago”, al comando della quinta Compagnia.

Con data 17 marzo 1945 Heraldo Curti subentra sulla quarta Compagnia del Battaglione “Zignago” al posto di Ezio Farina, che lascia l’incarico per motivi di salute, e in data 21 marzo 1945 Alfredo Oldoini diventa comandante della sesta Compagnia[7], mentre Amelio Guerrieri, comandante della quinta Compagnia è nominato vice-Comandante di Battaglione.

Nel frattempo c’è anche un cambio al vertice della Colonna G.L. (v. Colonna “Giustizia e Libertà” nell’Organigramma di partenza) dove Stefano Colombo “Carli” il 23 marzo 1945 subentra a Giuseppe Grandis, comandante interinale per pochi giorni, dopo che il 21 marzo 1945 Lorenzino Tornabuoni ha lasciato il vertice della Colonna[8].
Fino all’11 aprile 1945 il Battaglione “Zignago”, sempre comandato da Ermanno Gindoli (con Amelio Guerrieri vice-Comandante dal 21 marzo 1945), ha reparti nel Rossanese, nel territorio fra Brugnato, Rocchetta e Zignago e il giorno 22 marzo 1945 trasferisce il Comando, come gli è stato ordinato, da Montelama nel Rossanese a Debbio di Zignago[9].

Con il giorno 12 aprile 1945 il Comando IV Zona comunica nuove disposizioni che riguardano il territorio in vista della fase finale della guerra.

L’11 aprile il Battaglione “Zignago” è a Brugnato (rimasta fino ad allora in mano ai Tedeschi dopo il rastrellamento del 20 gennaio 1945), che viene occupata poco prima della mezzanotte dell’11 aprile. Il comandante Gindoli chiede allora il nulla osta per attaccare Borghetto Vara, scrivendo il suo ultimo biglietto alla 9 del 12 aprile.

Alle 11,30 inizia l’attacco contro Borghetto e alle 13 il Presidio della G.N.R. si arrende alla formazione G.L. coadiuvata da tredici partigiani della “Vanni” e da colpi di mortaio che la stessa “Vanni” spara da Serò. Ma nel frattempo Gindoli sparisce, impegnato in una missione avente per obiettivo quello di bloccare la via Aurelia, per impedire il passaggio delle colonne nemiche in ritirata dalla Linea Gotica. Su tale strada esiste infatti una località, la Rocchetta, particolarmente adatta per interrompere in modo duraturo le comunicazioni: caratterizzata da una curva stretta e accentuata, ai piedi di un’alta rupe, si affaccia a precipizio su un’ansa del fiume Vara, lì profondo e rapido.

Il gruppo incaricato del sabotaggio è costituito dal comandante Ermanno Gindoli, dal caposquadra dei sabotatori, Oronzo Chimenti e dall’ufficiale Alfredo Oldoini. Lo scopo di interrompere la strada è raggiunto, ma un piccolo ritardo nel far brillare le mine fa sì che, a differenza delle altre autoblindo saltate per aria, quella di testa riesca a passare e spari contro i sabotatori usciti allo scoperto. Gindoli e Chimenti cadono subito. Oldoini, ferito e con una gamba spezzata, si porta sulla sponda opposta, ma il nemico lo incalza ed egli, cosciente di come ogni difesa sia ormai vana, si uccide.

Alla sera del 12 aprile 1945 si diffonde la notizia della morte del comandante e dei suoi compagni. Gindoli è sostituito momentaneamente al comando del battaglione “Zignago” da Heraldo Curti e dal 18 aprile da Amelio Guerrieri.

Il Battaglione “Zignago”, che nei giorni immediatamente precedenti la Liberazione diventa Brigata perché la colonna G.L. è assimilata al ruolo di Divisione, prende, per decisione unanime dei suoi uomini, il nome di “Gindoli” (il nome di Alfredo Oldoini è dato alla VI Compagnia[10] dello stesso Battaglione, diventato Brigata) e riceve l’ordine dal Comando IV Zona di recarsi sulla dorsale fra Val di Vara e Val di Magra, a Bastremoli, per spingersi a Monte Albano ed eliminare qui i focolai di resistenza tedesca, obiettivo che consegue alle 10,15 del 24 aprile 1945.
 

Ermanno Gindoli. Immagine tratta da: Ricci, Giulivo, La Colonna Giustizia e Libertà, cit. v. Fonti
Ermanno Gindoli. Immagine tratta da: Ricci, Giulivo, La Colonna Giustizia e Libertà, cit. v. Fonti

 

Sfilata del Battaglione Zignago. In testa a sinistra Amelio Guerrieri, comandante, a destra Renato Oldoini Commissario politico del Battaglione. In mezzo a loro Carmen Bisighin, partigiana di G.L. La foto è scattata in via Chiodo qualche giorno dopo la Liberazione (immagine tratta da Ricci, Giulivo, La Colonna Giustizia e Libertà, cit. v. Fonti)
Sfilata del Battaglione Zignago (in testa a sinistra Amelio Guerrieri, comandante, a destra Renato Oldoini Commissario politico del Battaglione). In mezzo a loro Carmen Bisighin, partigiana di G.L. La foto è scattata in via Chiodo qualche giorno dopo la Liberazione (immagine tratta da Ricci, Giulivo, La Colonna Giustizia e Libertà, cit. v. Fonti)

 
 

Fonti

  • I.5 Serie Comando II Battaglione Zignago (Archivio Storico, ISR La Spezia)
  • Bollo, Gerolamo, Tra Vara e Magra- La Resistenza a La Spezia, La Moderna, 1969, p. 74 (Divisione Colonna G.L. in due battaglioni) e p.99 (morte di E.Gindoli)
  • “Relazione sul periodo operativo dal 12 al 25 aprile 1945” del Corpo Volontari della Libertà Comando IV Zona Operativa, redatta dal Comandante Mario Fontana (in “Pietro Mario Beghi-Discorsi e scritti dal 1954 al 1966”, ISR La Spezia, 1972, p.147 e segg.)
  • Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, passim, con particolare riferimento alle pp.137, 173,205, 225, 226, 340, 348, 386, 388,401-405, 413, 416, 420
  • Sempre in Ricci Giulivo, cit., tutte le pagine in cui è ritrovabile il nome di Ermanno Gindoli: pp. 108, 134, 152, 158, 161, 166, 182, 183, 187, 194, 198, 204, 205, 206, 209, 231, 234, 239, 240, 283, 285, 289, 290, 292, 298, 311, 325, 341, 342, 343, 346, 347, 372, 373, 393, 394, 397, 401, 402, 403, 404, 413, 431
  • Godano, Cesare, Paideia ’44, Edizioni Giacché, 1997, con particolare riferimento alle pp.pp.200-201
  • Bianchi, Antonio, La Spezia e Lunigiana-Società e politica dal 1861 al 1945, Franco Angeli, 1999, pp. 468, 484 n.
  • Gimelli,Franco; Battifora, Paolo, (a cura di), Dizionario della Resistenza in Liguria, Genova, De Ferrari, [2008?], pp.73-74 (Biografia di Ermanno Gindoli)
  • Fiorillo, Maurizio, Uomini alla macchia- Bande partigiane e guerra civile- Lunigiana 1943-45, Laterza, 2010, p. 261 e n.
  • Le lezioni politiche e di vita del comandante Amelio; Come Spezia fu liberata dagli antifascisti. Il testamento civile di Amelio; Dal Gottero a Valeriano vince la guerriglia della montagna; in Pagano, Giorgio, Eppur bisogna ardir, La Spezia partigiana 1943-1945, Edizioni Cinque Terre, 2015


Gli inserimenti fotografici sono stati curati da Mauro Martone

 
 
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Note

[1] Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995), p. 205
[2] Giovanni Ceragioli, “Vas”, quando si forma nel dicembre 1944 la IV Zona Operativa, diventa poi Commissario politico per G.L. della Ia Divisione Liguria-Picchiara
[3] Si tenga conto che la prima, seconda, terza compagnia costituiscono l’altro Battaglione di G.L., il “Val di Vara”
[4] La dislocazione è in Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995), p. 267
[5] Archivio Storico I.S.R. La Spezia (Busta 361, foglio 4498)
[6] Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995), p. 307.
[7] Antonio Celle, principale collaboratore del Comandante Gindoli, già comandante della sesta Compagnia, rientrato in zona dopo il rastrellamento del 20 gennaio 1945, è passato, causa precarie condizioni di salute, da Lorenzino Tornabuoni, Comandante della Colonna G.L., al S.I.M. Avviato oltre le linee, a Firenze frequenta un corso presso l’O.S.S. ma chiede di ritornare nel territorio Spezzino, dove svolge l’incarico di agente dell’O.S.S. alle dirette dipendenze del Comando IV Zona Operativa (v. Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, p. 326)
[8] Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995, passim, pp.323, 340
[9] Ricci, Giulivo, La colonna “Giustizia e Libertà”, Fiap-Ass. Partigiani Mario Fontana- ISR P.M.Beghi-SP, 1995,p. 347
[10] E’ evidente che, nello slittamento delle denominazioni, se la colonna GL è diventata Divisione, il Battaglione Zignago viene ad essere Brigata e le Compagnie sono equiparate a Battaglioni. Essendo però intervenuto tale slittamento solo poco prima della Liberazione, abbiamo preferito mantenere nel corso della Scheda le denominazioni precedenti, onde evitare confusioni

Istituto spezzino per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea "Pietro M. Beghi" Fondazione ETS