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I FATTI DI VALMOZZOLA, 17 MARZO1944
17 Marzo 2019
Il 17 marzo 1944 a Valmozzola (PR) vengono fucilati per rappresaglia 7 partigiani catturati in un scontro con i nazifascisti e due disertori russi che si erano uniti alle forze partigiane.
Il 12 marzo 1944, alle 8.30, con l’assalto al treno diretto a Parma, da parte di un gruppo di combattenti per la libertà. «Chi guidava i ribelli era Mario Devoti nativo del Piacentino che si faceva chiamare Mario Betti, il suo vice era Primo Battistini (Tullio) proveniente dallo Spezzino. Uno dei motivi dell’assalto al treno era quello liberare un nucleo di renitenti alla leva catturati nel pontremolese e destinati ad essere processati a Parma. Un altro motivo era la requisizione di generi alimentari raccolti dalle autorità fasciste nel deposito di San Martino. Non si conoscono con esattezza né i nomi né il numero dei partecipanti all’azione, solo di alcuni si ha la certezza: Betti, Tullio, Ballaben (o Tommaso), Osvaldo, Valentini, Ezio Bassano (Romualdo), Picedi, Mario Portunato (Claudio), Renzo Bacchini (Primo), Giovanni Marchesini, Fenù, De Fraia, Vistori, Cresci, Efisio Piria».
Osvaldo (Edoardo Frazzoni di Tosca) bloccò il convoglio ponendosi in mezzo ai binari, tenendo il macchinista sotto la minaccia del suo fucile mitragliatore, mentre gli altri salivano sui vagoni. I militari di scorta ai prigionieri reagirono: nello scontro che seguì, persero la vita il comandante della banda partigiana ed alcuni militi fascisti fra i quali due ufficiali della Xa Mas.
Furono trovati e liberati tre renitenti accompagnati dai carabinieri e diversi fascisti furono catturati, mentre i partigiani, abbandonata la stazione, si rifugiarono nuovamente in montagna. In seguito sei prigionieri vennero fucilati mentre gli altri, tra cui alcuni tedeschi, vennero in seguito liberati.
La rappresaglia fascista fu immediata: il giorno 14 venne catturato in un essiccatoio sul Monte Barca, presso Pontremoli, un intero gruppo partigiano formato da italiani e da russi. Vi fu un combattimento, e caddero Luigi Giannetti, Luciano Righi ed il russo Ivanov. I superstiti vennero catturati, condotti a Bagnone e successivamente a Pontremoli per essere interrogati. Il 17 marzo, i militi della Xa Mas prelevarono otto partigiani detenuti nelle carceri di Pontremoli, il calvario doveva condurli a Migliarina e, in seguito, ancora a Pontremoli dove venne loro comunicato che sarebbero stati giustiziati a Valmozzola Stazione.
Condotti sul luogo dell’assalto a Valmozzola, vennero fucilati. Tutti tranne uno, graziato all’ultimo momento per la sua giovane età e grazie all’azione persuasiva messa in atto dagli altri condannati, che convinsero il comandante del plotone a risparmiare il giovane il quale, a loro dire, nulla aveva a che fare con il movimento partigiano. Tra i fucilati, due disertori russi che si erano uniti al movimento di Liberazione.
Questi i loro nomi: Angelo Trogu, Domenico Mosti, Giuseppe Tendola, Gino Parenti, Nino Gerini, Ubaldo Cheirasco, Mario Galeazzi ed i Russi Victor Belacoski e Michail Tartufian.